La giovinezza
Nella galleria dei ritratti inaugurata con il ricordo di Pasquale Chiomenti, merita un posto di assoluto riguardo Francesco Vassalli, professore universitario di diritto commerciale e fallimentare, e prima ancora di diritto processuale civile, e avvocato penalista di fama.
Per lui, originariamente, una scelta sofferta quella del diritto. Perché, nella vita, Francesco avrebbe voluto fare tutt’altro, affascinato come era, negli anni della giovinezza, dal cinema del neorealismo italiano e della nouvelle vague francese, che, negli anni della “dolce vita” (nota stagione romana celebrata dal film di Fellini con Anita Ekberg che incede nella Fontana di Trevi), riempiva di pubblico le grandi sale romane dell’epoca, Fiamma, Metropolitan, Corso.
Ma la carriera sognata dietro la macchina da presa fu stroncata sul nascere, anzi prima che nascesse, da Giuliano Vassalli, padre rigoroso, già esponente della resistenza, contiguo al Partito di Azione ma non componente (secondo la sua stessa precisazione), accademico e penalista di successo prima di diventare ministro della Giustizia e giudice della Corte Costituzionale.
Il processo Bebawi, uno dei suoi tanti successi professionali, celebrato nei primi anni 60, è stato ed è tuttora un caso di scuola.
Formazione e pratica professionale
Indiscutibilmente favorito dal desiderio di capire gli altri e la realtà circostante e dalla contiguità familiare con la cultura del diritto, Francesco si è formato nel Liceo Virgilio, uno dei licei storici della capitale, dove le scienze umane hanno forgiato il suo carattere.
Gli studi universitari di giurisprudenza sono stati completati da un percorso di formazione all’estero, a cui sono seguite la carriera accademica e la pratica professionale.
Versato in utroque iure (civile e penale), Francesco ha praticato, per lo più, personalmente, il processo penale, ma avrebbe voluto che lo studio fosse parimenti impegnato nelle cause civili, di cui gradiva discutere con amici e colleghi, anche dei temi di diritto industriale, soltanto apparentemente lontani dai suoi interessi di studio e di pratica forense. Di certo, l’esegesi del diritto era al centro delle sue riflessioni.
Numerose opere, tra le quali si distinguono quelle di diritto fallimentare, sono state da lui scritte e curate.
La persona
Apparentemente burbero nell’aspetto e nei modi, in realtà Francesco è stato persona squisita, attento alle esigenze altrui, affettuoso senza darlo a vedere e, in modi misteriosi, caritatevole.
L’Ordine degli Avvocati di Roma dovrebbe dedicargli a memoria una annuale giornata di studi.