Sul Patent Box diversità di opinioni

La materia

La materia del Patent Box è nota ai tributaristi e agli economisti che studiano l’impatto dei provvedimenti fiscali sui conti pubblici e sull’incentivazione delle imprese destinatarie della normativa sugli investimenti, a fini di incremento della produttività. Che in Italia è scarsa da anni e concorre al declino dell’economia e del benessere sociale. Negli anni del Covid la disciplina legale del Patent Box è stata semplificata e integrata da un regime agevolativo, concernente le spese sostenute nello svolgimento di attività di ricerca e sviluppo, specificamente in relazione a software protetti da copyright e brevetti industriali. L’Agenzia delle Entrate è intervenuta nella definizione dei presupposti soggettivi e oggettivi del beneficio agevolativo per dissipare le perplessità degli operatori e incentivarli agli investimenti. Tuttavia, i dati macroeconomici sull’impatto della normativa sono incerti, come risulta dai commenti di due esperti, il prof. Francesco Giavazzi, economista, e il dr. Marco Natarella, commercialista di una grande organizzazione professionale.

L’opinione di Giavazzi

Nell’articolo “Ragioneria, Indipendenza da Garantire” sul Corriere della Sera del 28 luglio 2024, Giavazzi dice, tra l’altro, che gli effetti della norma sono stati sottostimati e precisa: “(La Ragioneria) stimò qualche centinaio di milioni per una norma che sarebbe costata 70 miliardi se nel 2021 non fosse stata neutralizzata allungando a 50 anni il periodo sul quale spalmare il beneficio fiscale”. Giavazzi aggiunge che si tratta di un esempio della tecnica di lobby potenti, “in questo caso importanti studi legali al servizio dei loro clienti, che propongono emendamenti i cui effetti solo loro capiscono e che debbono essere valutati in poche ore”. A questa defaillance della Ragioneria, o almeno da lui ritenuta tale, Giavazzi collega l’opportunità dell’avvicendamento del Ragioniere Generale, poi avvenuta nei giorni successivi.

L’opinione di Natarella

Apparentemente opposta è l’opinione del professionista di settore, il quale, commentando nel febbraio 2023 la disciplina in questione e i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate, pur dando atto dell’impegno dell’amministrazione volto a definire i presupposti del beneficio, ha scritto che “in assenza di regole operative ben chiare e definite, il nuovo regime ha suscitato fino ad ora scarso appeal tra le imprese che investono in attività di ricerca e sviluppo volte alla creazione, sviluppo e mantenimento di intangible”. A prescindere, quindi, dalla idoneità, o meno, della disciplina ai fini macroeconomici prefissi, il ricorso delle imprese a questo strumento operativo sarebbe stato contenuto e quindi “innocuo” sotto il profilo dei conti pubblici: è la conclusione che si trae dall’opinione del professionista. Chi scrive non ha informazioni aggiornate e quindi non ha una sua opinione in merito. Si rende necessario, sul punto, il chiarimento dei due esimi opinionisti.

Nicola Scuro
Nicola Scuro
Nicola è avvocato in Roma ed esercita la professione forense nel campo del contenzioso civilistico, societario, concorsuale e fallimentare e nel settore stragiudiziale, come Managing Director della Scuro & Partners Srl. Legale di procedure concorsuali e Commissario Liquidatore di società cooperative, nominato con decreto del M.I.S.E., è docente a contratto in diritto civile, penale e processuale civile per la Ius & Law S.r.l. Autore di articoli e pubblicazioni nelle materie di elezione, è componente della Commissione “Processo civile” istituita presso l’Ordine degli Avvocati di Roma. E’ abilitato al patrocinio in Cassazione e presso le altre magistrature superiori.

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